Le persone hanno opinioni su tutto anche su quello che non conoscono approfonditamente o su materie mediamente complesse. Un conto è avere opinioni, un altro farsi guidare dalle opinioni altrui in genere spesso quando riguardano procedure, standard o la natura del lavoro. Si tratta della questione che coinvolge il problema delle competenze richieste per esprimere un’opinione consolidata su una questione professionale, una novità lavorativa o un’opera d’arte esposta in un museo, .
Spesso infatti le novità più importanti vanno in controtendenza rispetto al “sentire comune”, il comportamento della maggioranza, o quello che pensa e crede la gente.
Un esempio ci aiuta a capire. Vitaly Komar e Alexander Melamid, erano due artisti ex-sovietici trapiantati negli Stati Uniti (la loro storia è illustrata nel libro a cura di Joann Wypijewski Paintìng by Numbers: Komar and Melamid’s Scientìfic Guide to Art, 1997), che hanno deciso di dipingere a partire dalle preferenze del pubblico. Quali saranno mai queste referenze? L’unico modo per scoprirle, consiste nel fare dei sondaggi che furono eseguiti prima negli Stati Uniti, e poi in un gruppo di quindici Paesi (inclusa Italia, Germania, Francia, Cina e Olanda).
Il test era basato su una serie di domande del tipo, qual è il colore preferito in un quadro, se si preferisce uno stile moderno o tradizionale, animali selvatici o domestici, tra le stagioni Autunno o primavera, oggetti reali o immaginari, personaggi famosi o ordinari e così via. Le preferenze espresse sono state curiose e diverse da paese a paese.
Il quadro che sintetizza le preferenze artistiche degli italiani è un paesaggio marino o lacustre molto blu e verde, figurativo ma con ampi colpi di pennello; quello di metà del pubblico statunitense sempre uno sfondo marino con persone comuni o qualche personaggio famoso. Se l’arte avesse seguito i gusti del pubblico oggi come ieri ci saremmo persi la pittura sacra medioevale, gli espressionisti, pezzi dell’arte rinascimentale e tutta l’arte astratta per non parlare di pop-art, installazione di arte moderna e di quella concettuale. Insomma gireremmo oggi con ruote quadrate, ascolteremmo la musica col grammofono e il notiziario alla radio.
Parametrare e plasmare il come si fanno le cose, non il servizio o il prodotto finale, a gusti preferenze e sensazioni del pubblico è dunque un tragico errore.
[Fonte IperProfessional]