La disorganizzazione o la pigrizia o qualsivoglia difetto caratteriale non sono una buona ragione per rimandare o procrastinare. Le persone non sono pigre per natura e hanno perciò bisogno di essere messe sotto pressione per essere motivate: molti dei peggiori procrastinatori sul lavoro hanno motivazione ed energia in altre aree della loro vita (sport, hobby, tempo libero, lettura, amici, TV, Internet ecc) . I cosiddetti procrastinatori, quindi, sono situazionali: sono delle persone estremamente produttive nelle attività a cui decidono di dedicarsi con impegno e dedizione, ma totalmente inconcludenti nelle altre.
Perché allora procrastinano? Perché la procrastinazione è “una forma di comportamento autodifensivo” per proteggere il proprio valore personale. Si rimanda e procrastina quando si teme che nostro valore sia messo in discussione.
La paura di fallire, di essere imperfetti, e di nutrire aspettative impossibili impediscono di perseguire e di ottenere obiettivi. Avere paura di fallire significa credere che anche il più piccolo errore possa essere la prova che si è privi di valore. Avere paura di essere imperfetti significa avere difficoltà ad accettarsi per quello che si è (imperfetti), e si tende a interpretare qualsiasi critica, rifiuto o giudizio da parte degli altri come una conferma della propria imperfezione. Avere paura di nutrire aspettative impossibili significa temere che, anche dopo aver lavorato duramente e aver raggiunto il traguardo, l’unica ricompensa saranno obiettivi di portata ancora maggiore, senza avere il tempo per gustarsi i risultati ottenuti.
[Fonte Denis Waitley]